La retina, che rappresenta l’equivalente della pellicola fotografica, riveste la superficie interna del bulbo oculare, è costituita da diversi strati di cellule con struttura e funzioni differenti :epitelio pigmentato, strato dei fotorecettori, strato dei neuroni intermedi e strato delle cellule ganglionari suddivisi in 11 porzioni ben precise.
Essa appare come una sottile membrana trasparente suddivisa in due aree:
– un’area centrale chiamata macula che contiene la fovea centrale, ricca di coni;
– un’area media e periferica, dove prevalgono le cellule dei bastoncelli, che serve a mediare la visione crepuscolare e notturna.
Dopo aver attraversato la cornea, la camera anteriore, la pupilla, il cristallino ed il vitreo, i raggi luminosi vengono fatti convergere sulla retina ed in particolare in quella piccolissima area chiamata fovea centrale: una struttura altamente specializzata che presiede, in condizioni di alta luminosità, alla massima acuità visiva per lontano e per vicino, alla percezione dei colori ed alla sensibilità al contrasto.
Nella retina avvengono i meccanismi più complessi della visione.
La luce attraversa l’intero spessore della retina e colpisce immediatamente i fotorecettori.
Questi sono essenzialmente di due tipi:
I coni, più corti, localizzati quali esclusivamente nella parte centrale della retina (area maculare) sono specializzati alla visione in condizioni di alta luminosità, traggono contatti diretti con uno strato di cellule neuronali deputate alla trasmissione dell’impulso visivo.
Si viene a creare, quindi, una trasmissione di uno a uno cioè, un cono scarica il suo impulso con una sola cellula nervosa. Tale forma di collegamento è altamente strutturato e fa si che i coni siano deputati alla visione diurna, a quella dei colori e del contrasto.
I bastoncelli, di forma più allungata, sono molto più numerosi dei coni e risiedono maggiormente nella parte periferica della retina.
Essi sono più specializzati a raccogliere stimoli luminosi di bassa intensità e quindi sfruttati nella visione in condizioni di scarsa luminosità.
Più bastoncelli traggono contatti, cioè scaricano il proprio impulso, con una sola cellula neuronale sottostante venendo a creare un collegamento di molte cellule con una bipolare e ganglionare.
Ne consegue che lo stimolo generato non è così strutturato e preciso come quello dei coni.
Infatti la acutezza visiva cala notevolmente in condizioni di scarsa luminosità.
L’ Epitelio Pigmentato Retinico (EPR) è un monostrato cellulare che sta alla base della retina.
Questo è un vero è proprio schermo alle luce, impedendo il propagarsi della stessa agli strati sottostanti.
Oltre ad avere questo effetto schermo è di fondamentale importanza negli scambi metabolici tra i fotorecettori (coni e bastoncelli) e la coroide sottostante.
La sua integrità è, quindi, condizione essenziale per il buon funzionamento del complesso equilibrio retinico..
E’ estremamente importante studiare l’aspetto di tutte le strutture retiniche presenti all’esame del fondo oculare: i vasi arteriosi e venosi, la papilla ottica o disco ottico, la macula e la restante retina periferica.