La Retinopatia Diabetica è una complicanza del diabete che si manifesta a carico dell’ occhio con insorgenza di deformazioni, sfiancamenti chiamati microaneurismi a carico della circolazione retinica , con alterazioni della permeabilità e fuoriuscita di piccole quantità di sangue (microemorragie) o di liquidi.
I liquidi, analogamente a quanto succede a chi soffre di vene varicose alle gambe, comportano un gonfiore dei tessuti circostanti. In pratica si ha un ispessimento della retina chiamato edema e che comporta un difetto di funzionamento della stessa e che varia in funzione dell’entità dell’edema stesso, della sua localizzazione e della sua durata.
A volte possono anche accumularsi degli essudati giallastri detti “duri” che sono un accumulo di sostanze grasse circolanti nel sangue. In genere l’edema coinvolge la fovea .
Altra evenienza è la possibilità che in alcuni capillari il sangue possa circolare male. Si creano delle piccole aree ischemiche in cui la retina subisce una specie di piccolo infarto. In questo caso possono comparire sulla retina aree biancastre dette “cotonose”. Quando le zone ischemiche diventano numerose possono iniziare a produrre dei fattori di crescita per la proliferazione di nuovi vasi con lo scopo di portare il sangue alle zone ischemiche. Pur avendo il proposito di compensare lo scarso apporto di sangue, sono il preludio di importanti complicazioni.
Questi neocapillari sono molto fragili e crescono velocemente, possono dare luogo a gravi emorragie nel corpo vitreo (emovitreo) si tratta di evenienze gravi perché possono evolvere con la comparsa di membrane che contraendosi determinano il distacco di retina. Si parla di retinopatia diabetica non proliferante che costituisce circa il 90% dei casi.
La maculopatia è caratterizzata prevalentemente da edema della retina con progressiva perdita della capacità di vedere nitidamente i dettagli. Questa evenienza non comporta mai la cecità ma determina una difficoltà variabile a compiere numerose azioni della vita quotidiana quali la scrittura, la lettura, il riconoscimento dei volti, la guida, ecc. Quando la retinopatia diabetica diventa proliferante fanno la comparsa i neovasi che, come detto, possono far precipitare il quadro giungendo fino alla cecità completa. La terapia della retinopatia diabetica si basa principalmente sulla modificazione dello stile di vita attraverso una educazione alimentare e l’ introduzione dell’esercizio fisico. Quando tali presidi non sono in grado di compensare la malattia si ricorre alla terapia farmacologica consistente in farmaci che agiscono sia migliorando l’azione dell’insulina sia stimolando la secrezione pancreatica residua. Si ricorre alla terapia insulinica solo nei casi in cui gli ipoglicemizzanti orali non sono in grado di mantenere un buon compenso glicemico e in quelli in cui si assiste ad un esaurimento del pancreas.
Il diabete tipo 2 ha un certo grado di familiarità, quindi bisogna prevedere la possibilità che i familiari di un paziente con diabete possano sviluppare la malattia con una probabilità maggiore rispetto a coloro che non hanno un familiare diabetico. Perciò è importante che i suoi familiari dopo una certa età controllino la glicemia a digiuno con prelievo venoso, almeno una volta l’anno. La terapia delle complicanze, in particolare della Retinopatia Diabetica si basa su di un buon programma di educazione alimentare che, partendo dalle abitudini alimentari del paziente diabetico (raccolte attraverso un diario alimentare), sia in grado di modificare l’apporto quantitativo e qualitativo degli alimenti. E’ tuttavia di fondamentale importanza tenere presente che la riduzione di cibo deve essere accompagnata da una adeguata e regolare attività fisica. E’ anche importante che non si riduca drasticamente l’assunzione di cibo, e ciò sia per non creare squilibri nutrizionali e del metabolismo che per non rischiare di riprendere il peso perso a causa della impossibilità di seguire la severa dieta impostata o per doverla abbandonare a causa dei disturbi che dalla restrizione inadeguata di cibo potrebbero subentrare.
E’ pertanto essenziale seguire un sano stile di vita e l’assunzione regolare e programmata di cibo, non solo durante la realizzazione del programma stesso, ma anche dopo che si sia perso peso e si siano raggiunti gli obbiettivi fissati.
La terapia del diabete, laddove le abitudini alimentari e lo stile di vita non siano sufficienti a tenerlo controllato, prevede l’utilizzo di farmaci che hanno meccanismi di azione diversi. I principali farmaci ipoglicemizzanti orali si dividono in due categorie: quelli che stimolano la secrezione dell’insulina, che vengono assunti prima dei pasti per permettere la copertura del picco post-prandiale, e quelli che migliorano la sensibilità insulinica, permettendo al glucosio di essere meglio assunto dalle cellule. Infine vi sono farmaci che agiscono a livello intestinale inibendo qui l’assorbimento del glucosio.
Il paziente diabetico deve eseguire visite di controllo periodiche dal diabetologo e dall’oculista per prevenire i sintomi ed i segni della malattia se necessario approfondita da esami come la fluorangiografia e l’esame OCT. L’ esame fluorangiografico viene eseguito con uno speciale apparecchio fotografico, il fluorangiografo, che ci permette di visualizzare e fotografare la circolazione della retina dopo una iniezione endovenosa di fluoresceina nel braccio. Il colorante dopo l’iniezione raggiunge in pochi secondi la retina colorando di un giallo\verde la circolazione e permettendo uno studio molto accurato. Viene anche utilizzato il verde di indocianina che permette lo studio di settori più profondi e più nascosti.
Naturalmente da alcuni anni è possibile utilizzare strumenti digitali molto più affidabili e precisi. L’esame OCT (tomografia a coerenza ottica) è un esame non invasivo che utilizza un raggio laser con successiva elaborazione in immagini. Questo esame è una vera e propria TAC che ci mostra nei dettagli i vari strati retinici. Sono entrambi importanti e direi complementari in quanto ci danno informazioni da differenti punti di vista. La fluorangiografia viene eseguita dopo avere effettuato delle analisi del sangue ed un elettrocardiogramma per escludere la presenza di patologie . Ad esempio i pazienti con insufficienza renale potrebbero avere dei problemi con questo esame. Esistono dei pazienti con allergia al mezzo di contrasto.
L’ esame OCT può invece essere eseguito su tutti i pazienti. In ogni caso ogni cambiamento nella quantità e nella qualità della visione vanno segnalati.
Importanti sbalzi della glicemia possono far variare le caratteristiche ottiche del cristallino al punto di determinare la comparsa o la variazione del difetto di vista. A volte può capitare che in caso di glicemia elevata ad un paziente venga evidenziata una miopia prima non conosciuta, che vengano approntati degli occhiali anche costosi e che il tutto regredisca normalizzando i valori ematici. Più frequente è l’insorgenza di una cataratta che determina disturbi visivi specialmente in particolari condizioni d’illuminazione richiedendo l’uso di occhiali meglio se con lenti filtranti.
In caso di diabete l’occhio può ammalarsi di nascosto! Questo è un po’ il problema comune a tante patologie del giorno d’oggi quali l’ipertensione o le neoplasie. Sono tutte situazioni in cui inizialmente non cambia nulla per il paziente: spesso la diagnosi viene fatta facendo dei controlli sistematici od occasionali. In particolare i primi danni a livello dell’occhio passano inosservati, al punto da non essere evidenziati neanche facendo un’accurata misurazione della vista. Se un diabetico aspetta di accorgersi di vedere male potrebbe ritardare la diagnosi anche di qualche anno ed avere danni irreversibili che, se presi in tempo, si sarebbero potuti risolvere. Spesso, inoltre, il peggioramento comincia in un solo occhio, interferendo poco con le attività quotidiane.